di Michela Monte, tempo di lettura 5 minuti

Il fratello di Epstein nega si tratti di Bill Clinton, anche se per consuetudine il nomignolo “Bubba” è associato all’ex presidente. La base Maga richiede la pubblicazione di tutti i files e costringe Trump al dietrofront

Donald Trump, come prevedibile, sugli Epstein files si gioca la presidenza. Era contrario alla pubblicazione della totalità dei documenti, definiti finora “hoax” ovvero “bufala”, ma è passato nel giro di 48 ore a schierarsi apertamente in favore della loro totale divulgazione. Una resa alla bufera sollevata dalla base MAGA dalla serie di rivelazioni che lo sta travolgendo.

Messaggio di una elettrice MAGA a Trump via social media: Renditi conto di che aria tira. Donald Trump hai basato la campagna sulla piena trasparenza e Pam Bondi (procuratore a capo del dipartimento per la Giustizia) deve assicurare massima trasparenza o essere licenziata.

Nel fine settimana è salito alla ribalta un messaggio scritto dal fratello di Jeffrey, Mark Epstein, il 21 marzo 2018. Mark chiede come stia il fratello e notizie dell’amico Donald. Jeffrey risponde: “va tutto bene”, “Bannon è con me”. Mark allora chiede a Jeffrey di verificare tramite Steve Bannon, allora stratega di Trump, se Vladimir Putin possedesse “le foto di Trump che fa sesso orale a ‘Bubba’” (“Ask him if Putin has the photos of Trump blowing Bubba”). Dopo la frase su Putin, Jeffrey risponde con una battuta in yiddish: “and I thought – I had tsuris” (“e io pensavo di avere dei guai”). Mark chiude il messaggio citando il film Get Hard, “diventare duro” : “Tu e il tuo amicone Donnie potreste fare un remake del film diventare duro.”

21 Marzo, 2018: Chedi (a Bannon) se Putin ha le foto di Trump che pratica sesso orale a Bubba. Jeffrey E.: io che pensavo di avere problemi. Mark Epstein: Tu e il tuo amico Donny potreste fare un remake del del film “Diventare duro”.

L’identità di “Bubba” è il fulcro della speculazione mediatica . Molti sui social hanno subito associato quel nome a Bill Clinton, dato che “Bubba” è il suo soprannome. Ma Mark Epstein, tramite un portavoce, ha negato: “l’email – ha scritto – fa parte di uno scambio privato, ironico, tra due fratelli, e che “Bubba” non si riferisce in alcun modo a Bill Clinton, bensì a una persona che non ricopre cariche pubbliche (non smentisce dunque che sesso orale sia avvenuto, ndr).

Smentita anche l’ipotesi che si trattasse di “Bubba” il cavallo di Ghislaine Maxwell, teoria rimbalzata ai quattro angoli del mondo via social. Pare che la Maxwell non avesse un cavallo con quel nome e che non ci sia “alcuna connessione con un animale”, ha detto il portavoce di Mark. Resta però il dubbio sul fatto che Putin sia in possesso di una foto di Trump in atteggiamenti intimi con qualcuno, dato estremamente sensibile, che lo renderebbe oggetto di ricatto del Cremlino.

Il punto è che non si tratta di una mail isolata. Negli oltre 20 mila documenti resi pubblici dal House Oversight Committee, emergono riferimenti continui a Trump. Epstein afferma, in un altro scambio di mail (del 31 gennaio 2019, riportato qui sotto), che Trump “fosse al corrente delle ragazze” e avesse chiesto alla compagna di Epstein, Ghislaine Maxwell di smettere.

In una mail inviata il 2 aprile 2011 a Ghislaine Maxwell, nel contesto delle interviste ai tabloid rilasciate in quei giorni dalla vittima di traffico sessuale Virginia Giuffre, J.Epstein scrive: “Vorrei che tu realizzassi che il cane che non ha abbaiato è Trump … OMISSIS sul nome della vittima, ha speso delle ore a casa mia con lui, e lui non è mai stato menzionato, il capo della polizia etc, io ci sono il 75% delle volte”. Maxwell risponde con una breve nota: “I have been thinking about that,” confermando l’osservazione di Epstein.

Jeffrey Epstein scrive alla compagna Ghislaine Maxwell: Ti devi rendere conto che il cane che ancora non ha abbaiato è Donald Trump, OMISSIS sul nome della vittima ha trascorso delle ore a casa mia con lui, e lui non è mai stato menzionato, il capo della polizia etc, io ci sono nel 75% dei casi.

L’espressione “the dog that hasn’t barked”, celebre metafora tratta dal racconto The Adventure of Silver Blaze di Arthur Conan Doyle, indica che l’assenza di un comportamento atteso può essere significativa quanto la sua presenza. Nel contesto dell’email, Epstein sembra suggerire che fosse strano che Trump, non fosse stato menzionato nonostante il tempo trascorso insieme alla vittima nella sua proprietà.

Mercoledì scorso (12 novembre), i Democratici della House Oversight Committee hanno pubblicato anche due scambi di email tra Epstein e il giornalista Michael Wolff. Nel dicembre 2015, sei mesi dopo che Trump era entrato ufficialmente nella corsa alla Casa Bianca, Wolff chiese a Epstein:
“Ho sentito che la CNN ha intenzione di chiedere stasera a Trump del suo rapporto con te — o in diretta o subito dopo.” Epstein rispose chiedendo: “Se dovessimo preparargli una risposta, quale pensi che dovrebbe essere?” Il giorno successivo Wolff replicò: “Penso che dovresti lasciarlo impiccarsi da solo. Se dice di non essere mai stato sull’aereo o a casa tua, allora questo ti dà un prezioso vantaggio di PR e politico. Puoi usarlo in un modo che potenzialmente ti generi un beneficio positivo oppure, se davvero sembra che possa vincere, potresti salvarlo, generando un debito. Naturalmente, è possibile che, se interrogato, dica che Jeffrey è un bravo ragazzo, che è stato trattato ingiustamente ed è una vittima del politicamente corretto, che in un regime come quello di Trump sarebbe messo fuori legge.”

Il secondo scambio reso pubblico tra Epstein e Wolff — avvenuto nel gennaio 2019, quando Trump era già nel pieno del suo primo mandato presidenziale — sembra toccare il tema del presunto divieto di accesso di Epstein a Mar-a-Lago anni prima. Epstein scrive: “Trump ha detto che mi ha chiesto di dimettermi, mai stato membro in realtà. Naturalmente sapeva delle ragazze perché aveva chiesto a Ghislaine di smetterla.”

OMISSIS SUL NOME DELLA VITTIMA mara lago, OMISSIS trump ha detto di avermi chiesto di dimettermi, senza mai essere stato un membro, naturalmente lui sapeva delle ragazze e ha chiesto a Ghislaine (Maxwell, compagna di Epstein) di smettere.

Il leader dei Democratici della Commissione di Vigilanza, Robert Garcia, ha commentato i nuovi documenti affermando: “Più Donald Trump cerca di nascondere gli Epstein files, più noi ne riveliamo. Queste ultime email sollevano interrogativi evidenti su cos’altro la Casa Bianca stia occultando e sulla natura del rapporto tra Epstein e il Presidente.”

La Camera dovrebbe votare domani la attesissima proposta di legge che obblighera alla divulgazione dei file federali e che ha spaccato i repubblicani facendo andare Trump su tutte le furie fino alla capitolazione, con il lunghissimo messaggio social di domenica, in cui nelle ultime righe scrive “Let Pam Bondi do her Job”, ovvero “Lasciamo che Pam Bondi faccia il proprio lavoro”, la procuratrice generale del dipartimento della Giustizia.

“Potrebbero essere 100 o più i repubblicani a votare in favore della pubblicazione di tutti i file” ha dichiarato l’unico uomo nelle file dei repubblicani ad avere appoggiato la mozione. Thomas Massie a  This Week di ABC News ha aggiunto: “Speriamo di ottenere una maggioranza tale da poter superare un eventuale veto”. Con lui le tre donne repubblicane più osteggiate da Trump: Lauren Boebert (deputata del Colorado), Marjorie Taylor Greene (deputata della Georgia), Nancy Mace (Carolina del Sud).


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